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Pooh

ancora una notte insieme

ancora una notte insieme

Oggi c’è stato l’ultimo concerto dei Pooh, almeno nella formazione attuale, e ovviamente a meno di reunion. E posso dire io c’ero.

Ma procediamo con ordine. Io non sono un fan dei pooh, conosco qualche canzone che sento alla radio, ma non ho mai avuto un loro CD. Qualche mese fa la mia ragazza mi parlò del tour dei Pooh ed insisteva per andare a vedere un concerto prima della loro fine. Non avevo poi così tanto tempo. Trovo i biglietti per il Forum di Assago, 30 settembre e li prendo, anche se è un gruppo che conosco poco. Ne avevo anche parlato col suocero a inizio settenbre, lui mi raccontò che suonò una volta ad una manifestazione assieme ai Pooh, quando loro non erano ancora famosi e lui era poco più che maggiorenne. Mi disse che già ai tempi si vedeva che erano di una categoria superiore, di un altro livello. Ma soprattutto che erano molto, molto bravi. Io mi cantavo in testa le poche canzoni che conoscevo e, sinceramente, non riuscivo ad associare tale aggettivo col gruppo. Con queste premesse, e con i postumi di colpo della strega domenicale, sono andato al concerto.

Inizia il concerto alle 9.30 e loro iniziano a parlare e raccontano l’idea del tour, commossi. L’età media è alta ma ci sono comunque ragazzi. Dopo le prime canzoni, per me sconociute, inizio a guardarmi un pò intorno. Mi studio le persone. Mi accorgo che tutti o quasi tutti cantavano. Di qualsiasi età. Qualcuno aveva gli occhi lucidi, provava qualcosa che io non riuscivo nemmeno lontanamente ad immaginare. Ogni tanto i 4 scatenati, perchè tali sono, raccontavano qualcosa prima delle canzoni; comportamento che ammiro molto, perchè oltre a ciò che si trasmette con le canzoni, anche le parole non cantate hanno un peso, soprattutto se dette cercando di mantenere intatta la voce, parlando si tocca il cuore e D’Orazio stava cedendo. Inizio a guardare la platea e vedo qualche scatenato che inizia a mal sopportare la seduta. Si alza. Aumenta il ritmo della musica dopo un pezzo strumentale bellissimo, già qui inizio a capire un pò le parole del suocero. Dopo un pò si alza qualche altro, come un fiume in piena tutti si buttano sotto il palco iniziando a ballare. Io continuo a guardarmi intorno e noto delle figure che rappresentano annate differenti. Un signore, stereotipo eccezionale. Maglietta nera attillata dentro i pantaloni, stivaletto, jeans, capelli lunghi lisci, grigi. Cantava tutte la canzoni. Una signora che avrà avuto una cinquantina d’anni e forse 30 kg più del necessario, maglietta di colori improponibili. Non riusciva a stare ferma. Ballava, teneva il ritmo, si muoveva in continuazione. Cantava tutte le canzoni. Qualche posto più in là,  un anziano signore, gli avrei dato almeno 75 anni, capelli pochi, colorati di un colore finto, provava a battere le mani a tempo, ma credo che il ritmo non l’abbia mai conosciuto, non riusciva mai ad andare a tempo. Cantava tutte le canzoni. Erano tre generazioni o più, e si stavano vedendo un ripasso della loro vita grazie alle canzoni. 40 anni di canzoni. Li guardavo e li consideravo strani.

Alla fine lo strano mi son sentito io. Dopo una finta uscita sono rientrati, erano le 11.30, iniziano a fare delle canzoni più note, almeno per me. E mi rendo conto che volente o nolente hanno fatto anche un pò parte della mia vita. Il loro pop melodico strumentale è decisamente particolare. Ho sentito pochi gruppi con caratteristiche simili. Ho notato come tutti e 4 sanno suonare più strumenti ed hanno 4 voci particolari. Il Facchinetti è fenomenale, ma anche gli altri sono bravi. eh, sì… sono bravi!


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