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In Corsica con una Bonneville

Finalmente! Dopo quasi un annetto dal viaggio a Capo Nord, ho rimesso in strada la “mangiakm”.

Niente di lontanamente paragonabile,all’ “impresa”, ma questa volta novità: in due sulla bonneville verso la Corsica.
Il viaggio è stato breve, siamo partiti il 2 giugno con rientro il 6. Il bello è stato l’assoluta mancanza di pianificazione. Si è deciso di partire venerdì, il 28,  quando abbiamo comprato il biglietto della Corsica Ferries a 111 euro andata e ritorno con moto, circa 55 euro a testa, buon affare!
La partenza è stata traumatica, avevamo la nave alle 8, e ci siamo messi in moto alle 4.30 di mattina! Freddo e rincoglionimento eccezionali! Ma alla fine siamo arrivati puntuali, alle 6.50 eravamo a Savona. Prendiamo la nave ed appena partiti ci mettiamo in cabina e dormiamo secchi 3 ore! Neanche il tempo di svegliare i cervelli e siamo a Bastia.
Attraversiamo il “dito” e ci dirigiamo verso Saint-Florent, ma facciamo una deviazione verso Nonza, a nord. I paesaggi e i panorami sono 1- Medusadecisamente sorpendenti, il sole è caldo ma non troppo, non si suda in moto. Il primo paesaggio e la prima spiaggia spettacolare la vediamo già a Nonza, dove si vede dall’alto una bella distesa nera. Troviamo una stradina non tanto asfaltata ma che ci permette di raggiungere la spiaggia di ciotoli neri, dove troviamo un numero spropositato di meduse blu spiaggiate, bellissime, che morendo sbiancavano!(foto 1)

La sera arriviamo a Saint-Florent, peniamo un pò per trovare una camera, ma la giornata ci ha già dato qualche immagine da ricordare. Ci siamo anche concessi una bella cena in un ristorante in centro con una terrazza sul mare, e per sul mare intendo che sentivamo le onde sotto di noi.

Il secondo giorno decidiamo di spostarci poco in moto. Dopo un’abbondante colazione, prendiamo un minitraghetto che da Saint-Florent ci porta alla plage du Loto. Arrivati lì, vediamo già un mare splendido, limpido, trasparente, pieno di pesci. La spiaggia è bianca e popolata da mucche enormi (con cacche proporzionate alle loro dimensioni) (Foto 2). Ma non ci fermiamo:) Decidiamo di andare alla spiaggia più “famosa”, la Saleccia. Anche questa spiaggia non è raggiungibile in moto, o almeno non con la mia, la strada quasi non esiste. Ci si arriva con una bella e salutare camminata di 60 minuti (almeno). All’andata passiamo per il sentiero interno, che poi troviamo allagato.. tragedia! Avevamo i tempi stretti perchè il traghetto al ritorno era alle 3.30! non potevamo perderci boschi boschi… Per fortuna arriviamo e ne valeva la pena. La spiaggia era grande, bianca,  pulita, con poche persone. Neanche il tempo di prendere fiato che eravamo già in costume e con i piedi a mollo. L’acqua era gelida, ma non potevo non fare il bagno! Il ritorno lo facciamo via spiaggia, bel percorso e con molte piante particolari, uno degli aspetti della corsica che ho apprezzato maggiormente.
Rientrati a Saint-Florent, prendiamo la moto e facciamo i 5o km che ci separano da L’Ile-Rousse, dove, neanche a dirlo, troviamo tutti gli alberghi pieni! Andiamo oltre e troviamo una specie di B&B, che penso non fosse ancora aperto, ma non conta. Ci danno una stanza, o meglio, un appartamento nel verde, a 50 euro, va bene così (Foto 3).

Il giorno dopo, il 4 giugno, andiamo in direzione di Porto. Passiamo da Calvi dove ci fermiamo solo un attimo, il tempo di perdere in corsa il poggiapiede della moto!! Sì, tra i due il più necessario, quello dal lato del cambio! Ovviamente tutto accade alle 12.45, desolazione da pranzo, tutto è sbarrato, e giustamente si spacca il bullone!! Sgrunt e doppio sgrunt! Non trovo niente aperto e decido di continuare. La strada costiera tra Calvi e Galeria è terribile, stretta, asfalto pessimo, rappezzato, sabbia, ghiaia, curve, strapiombi: fare questi 30 km senza poggiare il piede è stato quasi epico. Il panorama però ha giustificato la scelta della strada costiera rispetto a quella interna: spiagge isolate, raggiugibili solo via mare,  quasi dei fiordi, natura incontaminata (foto 4). Vicino Galeria, in un B&B Hotel Bar e chi più ne ha più ne metta, riesco a mettere una grossa vite di fortuna su cui appoggiare il piede, che terrò fino al rientro a Milano, per la quale devo ringraziare il marito McGiver della barista!
Arriviamo a Porto presto, verso le 5 del pomeriggio. Troviamo un tour via mare che parte per le calanche di Piana alle 18.30, troviamo un albergo valido ed economico (in 5 minuti) e scappiamo sulla barca; gita cara, 25 euro a testa, ma col senno di poi indispensabile. Le calanche sono da togliere il fiato, dolomiti rosse che sprofondano nel mare, un rosso vivo, acceso, esaltato dal tramonto, acqua limpida, piena zeppa di ricci di mare visibili appena sotto il pelo d’acqua come anche sul fondale.
La giornata si è conclusa con una bella cena a base di pesce in riva al mare, gustandosi un tramonto (scusate la sinestesia, so’ poeta!).  (Foto 5)
Il 5 giugno lasciamo la costa e andiamo da Porto a Corte, antica capitale della Corsica e unica cittadina universitaria. La strada per raggiungerla è  un susseguirsi di canyon e monti e curve, inaspettatamente con un buon asfalto. Si sale anche sino a 1500m s.l.m, l’aria è frizzante e pulita, ed è inebriante da fare in moto. Per strada incontro mucche, mufloni e maiali, ma fa parte della Corsica, bisogna fare attenzione. La sera a Corte troviamo una comoda ed economica sistemazione, e ci concediamo una bella cena in un ristorantino in centro, parlando di politica con dei corsi D.O.C., ma è meglio non scrivere gli argomenti trattati. L’ultimo giorno avevamo il vincolo di arrivare a Bastia entro le 2 per la nave di ritorno. Tuttavia, complici le strade più ampie e scorrevoli, abbiamo percorso in un attimo la strada e ci siamo concessi un ulteriore giro sul “dito” fino ad Erbalunga, bel paesino sul mare una decina di km a nord di Bastia, ne valeva la pena, mare splendido, ci tornerò.

Il viaggio è stato breve, ma era il primo viaggio in moto con la mia dolce metà, e di certo non sarà l’unico, abbiamo fatto il rodaggio!
La moto, poggiapiedi a parte (poi sostituito in garanzia a Milano), si è comportata bene anche a pieno carico.  La Corsica è stata una scoperta, ho apprezzato molto i panorami e la natura quasi ancora selvaggia (foto 6, sull’orlo di un canyon). Conoscevo poco o niente di questa bella terra storicamente contesa da italiani, francesi o dal dominatore di turno che cercava la supremazia nel mediterraneo; la sua storia è visibile, tangibile nei comportamenti e nei modi di fare dei corsi, che si sentono per niente francesi, e traditi dai genovesi, diversi dai sardi, insomma, semplicemente corsi.


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